SILVIA RASTELLI
| FRAM | MENTI
A cura di Fortunato D’Amico
Galleria Biffi Arte
6 Aprile – 14 Maggio 2024
Si apre alla Galleria Biffi Arte la prima antologica piacentina di Silvia Rastelli: una affascinante ricognizione dei temi più cari all’artista e vicini alla sua sensibilità, a cura di Fortunato D’Amico. In mostra, oltre ai ritratti, una serie di istallazioni che compongono il complesso percorso di ricerca della giovane artista piacentina, sviluppato attorno al concetto di identità (anche e non solo femminile) con tutti i suoi estuari e le sue complessità.
Figlia d’arte, Silvia Rastelli esordisce giovanissima sollevando l’interesse di Stefano Fugazza che ne coglie tutta l’intelligenza artistica:
“Silvia Rastelli si muove coerentemente, dando vita a un mondo visivo in cui, più che l’intera figura umana, compaiono porzioni di un volto, in cui un unico occhio si spalanca, lievemente sgomento di fronte all’irrazionalità e all’insensatezza che là, fuori dal sé, sembra prevalere”.
È già a fuoco il tema del “frammento”: partendo dal presupposto per il quale concepiamo la realtà in forma fratta, Silvia Rastelli dà vita a una dimensione distopica in cui la figura umana si muove a piccoli pezzi. Un concetto su cui Rastelli costruisce, come ancora rileva Fugazza “una riflessione di ordine espressivo: un’indagine dentro le forme, circa il rapporto tra la forma e lo spazio, circa la corrispondenza tra i colori. Un’indagine, tuttavia, non fine a sé stessa, non ammalata di tecnicismo ma attenta anche alle ragioni dei sentimenti, all’ascolto delle emozioni”.
E accanto a una ispirazione sensibile, si muove una capacità tecnica matura e consapevole, che lavora su stesure cromatiche contrastanti a cui il supporto, in dialogo con le ombre, aggiunge spessore. Ad ammorbidire tutto, i colori dello sfondo, volutamente appiattiti da gradazioni luminose per decontestualizzare la lettura da qualsiasi altro condizionamento. E della sua tecnica scrive Francesco Poli: “Queste opere, con solidi confini quadrati o rettangolari, nascono dalla combinazione fra tre fondamentali componenti che interagiscono fra loro in modo equilibrato e sinergico: il disegno, la superficie del supporto, e il colore.
Il disegno in bianco e nero, tracciato a graffite, emerge dalla chiara superficie lignea che viene percepita come l’incarnato dei volti, e viene circoscritto dalle stesure cromatiche che funzionano da sfondo, e che sono altrettanto essenziali nell’economia complessiva della composizione, come indispensabile contrappunto.
In questo modo l’artista realizza delle opere complete, ma invece di utilizzare la tradizionale tecnica accademica che prevede nell’elaborazione delle figure la fusione fra disegno e intervento pittorico (ricoprendo tutto il fondo) ha scelto una strategia operativa in cui i vari elementi sono presenti e agiscono in scena indipendentemente, anche se poi arrivano a una felice sintesi dialettica finale”.