ALESSANDRA RENZI | PANTA REI

  • 25 gennaio – 1 marzo 2020

     

Antico Nevaio

ALESSANDRA RENZI

Panta rei

Presentazione di Alessandro Malinverni

Le ore e i colori dell’anima

“Guardare la vita in faccia. E conoscerla per quello che è. Al fine, conoscerla, amarla per quello che è. E poi metterla da parte. Per sempre gli anni che abbiamo trascorso… per sempre gli anni… per sempre l’amore… per sempre le ore…”. Con queste parole e si conclude il film “Le ore” di Stephen Daldry, tratto dal romanzo di Michael Cunningham. Il titolo del libro e del film è quello che avrebbe dovuto avere il romanzo della Woolf, poi intitolato La signora Dalloway. Durante un incontro a casa di Alessandra Renzi (in arte “Sassa”), così British nei suoi innumerevoli e accoglienti piani, forse anche grazie alla luce tersa di un mattino d’estate, ho ritrovato nelle sue opere gli stessi stati d’animo evocati dalla pellicola e dal romanzo: la perdita, la rabbia, la solitudine, ma anche la gioia, l’entusiasmo, l’amore per i propri cari. Come il regista e lo scrittore hanno indagato le emozioni dei diversi personaggi, così Sassa dà forma e sostanza a quelle che scandiscono le ore della sua esistenza. Innumerevoli stati d’animo, che denotano una personalità complessa e sfaccettata, sono i protagonisti di tavole e tele, a volte in contemporanea – poiché il mutare di uno stato d’animo nell’altro è talora repentino –, a volte protagonisti solinghi, sempre orchestrati con abilità ed eleganza. Ogni quadro è un gioco di pennellate materiche amalgamate a materiali poveri, con un effetto volutamente “scultoreo” che annulla limite stesso della pittura: la bidimensionalità. Reti americane per imballare le zolle, sacchi di caffè e sementi, corde e spaghi, fili metallici, cortecce, cartoni e tessuti creano una terza dimensione, che induce l’osservatore a toccare l’opera, in un’esperienza non solo visiva ma anche tattile. Le ampie dimensioni dei quadri rivelano poi il desiderio di trasmettere un messaggio preciso, pur attraverso un linguaggio astratto, che non rinnega però alcune soluzioni figurative, sebbene assai stilizzate. Un utilizzo dei colori, dei materiali e del segno fortemente connotato in chiave espressionista, con stilemi che accentuano i valori emozionali ed espressivi dell’opera stessa alla ricerca non della descrizione mimetica della realtà quanto della corrispondenza con il modo di sentire dell’artista nell’atto stesso di creare. Opere scaturite dal bisogno di esprimere le proprie emozioni, sotto l’impulso di un’ispirazione libera di esplorare nuove soluzioni formali e cromatiche, in un percorso artistico che è stato ed è anche terapeutico.

“La signora Dalloway disse che i fiori li avrebbe comprati lei”, così inizia il romanzo di Virginia Woolf, uno degli incipit più straordinari della lettura occidentale del Novecento. In una semplice frase è condensato il desiderio di prendere la propria vita in mano e viverla sino in fondo, almeno per un giorno, scegliendo le essenze e i colori che ne faranno da sfondo ideale. Come un bouquet di fiori, Sassa, amante della natura, ci offre quegli stati d’animo che sono i fondali della sua esistenza e nei quali possiamo ritrovare un po’ di noi stessi. Diversamente da quelli della signora Dalloway, i fiori di Sassa però non appassiranno mai…

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