LORENZO PUGLISI
Pitture di luce e di tenebra
3 Luglio – 28 Luglio 2019
LORENZO PUGLISI
Pitture di luce e di tenebra
A cura di Valerio Dehò
In mostra alla Galleria Biffi Arte un corpus di opere che esprimono il percorso artistico più recente di Lorenzo Puglisi. Originario di Biella, Puglisi è da tempo attivo in un lungo percorso di ricerca verso l’essenzialità della rappresentazione e denso di rimandi alla storia della pittura ad olio.
Lorenzo Puglisi usa il segno del dipingere come uno scavo, il colore sembra qualcosa che in qualche modo debba avere una presenza e per questo l’artista lo adopera con parsimonia, quasi per non farsene tentare e sedurre. Nasce un tipo di pittura che può essere definita “post-baconiana” : da un lato è segno, graffia come poche altre, toglie e non aggiunge mai, a dispetto della tecnica e della seconda pelle, dall’altro è come se catalizzasse i punti di catastrofe. Il corpo va esaminato come una faglia in procinto di rompersi, come una creta che subisce pericolose infrazioni dal suo interno. Un universo di sentimenti e di riflessioni si attualizza in una sorta di iperbole dell’esistere, in una concentrazione di vita dolorosa e insopportabile, quasi che ogni particella elementare di pittura diventasse pesante come un sasso, densa come la pece.
Nei lavori più recenti, in cui abbandona il ritratto, per prendere ispirazione dalla storia dell’arte, opera un processo di semplificazione visiva. Nasce un teatro visivo, una sorta di messa in scena della pittura classica, e forse per questo Lorenzo Puglisi le chiama Scene. Da un lato “cancella” la grande maggioranza del quadro, annulla la composizione o, meglio, la semplifica riducendola a elementi minimali, a dei veri costituenti ultimi dell’immagine. Matteo e l’Angelo, Nell’Orto degli Ulivi, Il Grande Sacrificio, Narciso, o L’Ultima Cena, quindi Goya, Caravaggio, Correggio o Leonardo da Vinci sono capolavori e artisti che Puglisi prende a prestito per sviluppare la sua idea di pittura. Questa ha bisogno di poco e di molto nello stesso tempo. Di poco perché gli elementi visivi sono creati dai bianchi, dagli accenni di rosso o di giallo che accendono brevemente l’immagine. La sua è un’opera di riduzione, come concentrare lo sguardo in un punto non vuol dire dimenticare il resto, ma determinare una direzione, un’essenzialità. Questa reductio è importante perché recepisce uno dei portati della contemporaneità, che è l’eccesso di memoria, e ne fa una questione di scelta. Non una semplificazione – qui bisogna stare attenti con le parole – ma la capacità di decidere cosa sia pittura e cosa no. Ma anche di molto perché dai capolavori del passato Puglisi non trae ispirazione, compie un’azione in cui si appropria del passato eliminandone gli sprechi, gli eccessi narrativi per come li possiamo leggere oggi. Ne fornisce una rilettura critica e aggiornata al presente.