ARMANDO FETTOLINI E LORENZO PACINI
| LA COMMEDIA UMANA. UN DIALOGO A DUE VOCI

A cura di Francesca Barberotti e Simona Bartolena

  • Galleria Biffi Arte

    29 Marzo – 31 Maggio 2025

 Gli artisti sono superdotati. Hanno una vista speciale, che penetra e va oltre la superficie delle cose, che attraversa il tempo, lo doppia, per restituire una visione nuova. Gli artisti spiazzano, schiaffeggiano e, quando hanno qualcosa da dire, non compiacciono. Hanno un peso che grava loro addosso: gli artisti sono sfigati. Ma capaci di fare luce, se li lasciamo parlare. Se li vogliamo ascoltare. Cos’altro è, in fondo, la vita umana, se non una commedia agra? Un intreccio fitto e doloroso di contraddizioni, ipocrisie, bassezze, egoismi, ma anche speranze e qualche grande volo.

Affacciati sulla Commedia umana, che cosa ci dicono gli artisti di questa straordinaria, assurda e potente rappresentazione? Ci dicono moltissimo. Ci aiutano a capire da dove veniamo, chi siamo e, chissà, dove stiamo andando.

La mostra riunisce più di quaranta opere realizzate, negli anni, da Armando Fettolini e Lorenzo Pacini. I due artisti si confrontano su un tema caro ad entrambi: l’Umanità, con i suoi vizi e le sue virtù.

Lorenzo Pacini e Armando Fettolini hanno due modi molto differenti di guardare la vita. Talmente differenti che quasi si assomigliano. Come tutti gli opposti, insomma, anche loro finiscono per sfiorarsi e, in un certo senso, per completarsi a vicenda. In comune hanno, senza dubbio, il punto di partenza delle loro ricerche: l’uomo. Uno (Pacini) ci svela con occhio cinico gli aspetti peggiori dell’umanità con considerazioni che non lasciano via di fuga, l’altro (Fettolini) rivela la bellezza di tutte le diversità, di chi viene emarginato dalla società dei “forti” e dei “normali”. L’illuminista e l’umanista: da una parte l’accusa senza appello, dall’altro la difesa delle fragilità – bene prezioso – e delle unicità. In entrambi la dolorosa e lucida presa di coscienza di essere parte di una razza, quella umana, capace di ogni tipo di nefandezza. Una presa di coscienza che spesso e volentieri si vena della malinconica consapevolezza della pochezza umana, che se da una parte spinge alla compassione, dall’altra fa salire la rabbia di fronte alla stupidità di chi non vede, non sente e non parla, limitandosi a esistere senza scegliere, senza opporsi, senza combattere… Senza vivere, insomma.

Anche tecnicamente i due artisti si muovono in territori diversi. Pacini sperimenta libero tra le tecniche più differenti, dalla scultura in bronzo all’assemblaggio, dalla pittura iperrealista al readymade. Fettolini, pittore per vocazione, esplora con disinvoltura tutti possibili strumenti della sua tecnica d’elezione, scegliendo sempre la via della materia, sia essa quella gessosa delle sue tavole o quella leggerissima delle ultime opere in carta. I loro due linguaggi, entrambi potenti pur se con toni e sonorità assai distanti, dialogano e si intrecciano, dando voce a una riflessione potente e necessaria sulla condizione umana, sui vizi della nostra società, sull’importanza della libertà di opinione e di azione, sulla bellezza delle diversità e della fragilità, sul superamento dei luoghi comuni, sempre forieri di errori, fraintendimenti, ingiustizie. La forza emozionale della pittura di Fettolini, improntata a una lunga tradizione che va da Böcklin a Kiefer, e il sorriso beffardo delle sculture e delle installazioni di Pacini, sempre efficaci e dirette nel loro messaggio, insieme danno vita a un’esposizione capace di fare pensare, riflettere, ma anche ritrovare il gusto per un’arte mai fine a se stessa, un’arte che ritrovi il proprio ruolo di strumento di comunicazione e che provi a risvegliare le coscienze.

L’incipit è per ciascuno dei due artisti in un luogo e in un tempo diversi, eppure si snoda, magico, in un contrappunto. Ciò che vede l’uno, ritorna nell’altro, con una ripresa di senso, uno scarto laterale e un toccarsi mai improvviso, per tangenze e riflessi, che aggiunge e non toglie.

La lunga conoscenza di Armando Fettolini e Lorenzo Pacini è un lento scoprirsi, rivelarsi. Un ignoto passo a due. Dentro, le riflessioni di una vita, anzi, appunto, di due. Disturbanti come il segnale di una radio fuori sintonia.

Armando Fettolini

Armando Fettolini è nato a Milano nel 1960. La passione per la pittura lo accompagna fin dall’infanzia; già a quindici anni viene preso a bottega da un affreschista, Nicola Napoletano. A diciotto anni riceve i primi riconoscimenti artistici ufficiali e nel 1987 si tiene la sua prima mostra. Il 1997 è l’anno dell’ingresso ufficiale nel mondo del mercato dell’arte con la Galleria Mari Arte Contemporanea con la quale partecipa alle principali fiere d’arte nazionali e internazionali, esposizioni in luoghi pubblici deputati all’arte e musei, con mostre personali e collettive. Nel 2000 egli riceve a Parigi il 5° Award Arjo Wiggins come miglior creativo italiano. A dicembre dello stesso anno inaugura a New York una personale alla galleria Art54; seguiranno, fino ad arrivare ai nostri giorni, mostre in Spagna, Francia, Corea del Sud, Germania, Lussemburgo, Slovacchia, Svizzera e in numerose e importanti sedi italiane. Tra le sue ultime personali: Blu agostino, Como, San Pietro in Atrio, 2018; Immergersi nel cielo, Piacenza Biffi Arte 2018; L’infinito in un quadrato, Università Bocconi, 2019; 180 da qui, Arcore Villa Borromeo d’Adda, 2020; Il mio approdo, Castel Rozzone, Palazzo Comunale, 2021; I miei 8000, Missaglia, Monastero misericordia, 2022; Sospiri, Monza, Leogalleries; Guanciale d’erba, omaggio a Soseki, Vimercate, Spazio heart, Officina, 2023; Imparando a volare, Olgiate Olona, Spazio Danseei, 2024; À Rebours, Rocca di Umbertide, 2024, Acquae, Centuripe, Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio; Giallo, Monticello, Villa Greppi.

Di lui hanno scritto alcune delle più importanti firme della critica contemporanea. Numerose le pubblicazioni a lui dedicate.

Dal 2009 Fettolini si dedica anche alla realizzazione di opere pubbliche, con progetti che gli permettono di indagare nuovi aspetti della comunicazione artistica, quali la relazione tra opera d’arte e territorio. All’attività di artista egli affianca quella di operatore culturale, organizzatore e curatore di mostre, con particolare attenzione sia alla riscoperta di importanti ma ancora poco noti maestri del passato che al sostegno e la promozione della ricerca di giovani emergenti.

Lorenzo Pacini

Lorenzo Pacini vive e lavora a Firenze. Frequenta l’Istituto d’Arte, all’inizio della sua carriera si dedica prevalentemente alla pittura e all’illustrazione, per poi approdare alla scultura e alle installazioni. Il suo interesse principale è la realtà, che indaga e interroga continuamente, sollecitandola, in un dialogo stringente e provocatorio, denso e profondo che coinvolge intimamente. 

Mentre il mondo si muove apparentemente senza poesia, Pacini la trova. Ed è solo un osservatore semplice, mai neutro però, mai rumoroso però, mai stanco però.

Espone in Italia e all’estero. 

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LA COMMEDIA UMANA. Un dialogo a due voci. Opere di Armando Fettolini e Lorenzo Pacini_A cura di Francesca Barberotti e Simona Bartolena
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