MAURIZIA BONVINI | MARIA CRISTINA BONVINI
| AVATAR
A cura di Maurizia Bonvini
Sala Biffi
21 Giugno – 27 Luglio 2024
In mostra nella Sala Biffi, spazio dedicato ai progetti speciali, la ricerca, condivisa eppure autonoma allo stesso tempo, di Maurizia e Maria Cristina Bonvini: due percorsi che hanno trovato un territorio di incontro sul tema, complesso e sottile dell’Avatar.
Avatar è un alter ego, lo specchiarsi in una forma, in una sensazione, nel desiderio di un respiro diverso.
Avatar è il nostro tender to interiore, un luogo dell’intimità così nascosto e segreto che non di rado è oscuro anche a noi stessi, e passiamo anni a cercarlo.
Avatar è l’immagine che riflette un sentore del nostro inconscio. Non solo come ci vediamo, o come sentiamo di essere, ma anche come “vorremmo essere” e “dove vorremmo essere”.
Avatar è un luogo della mente.
Avatar è un desiderio inconscio e profondo, la parte non negoziabile della nostra vita, senza la quale non potremmo mai stare, non potremmo respirare.
Avatar può prendere le sembianze rotonde, morbide e sporgenti di una persona, come nelle tele a olio di Maria Cristina Bonvini. Ma può essere una porta, punto di incontro tra esistenze dissimili superando la distinzione tra mondi molteplici solo apparentemente estranei e lontani in realtà connessi dall’esperienza del vivere e del dolore che accomuna le creature. E al quale la corporeità non è estranea “perché il corpo non mente” .
Avatar può essere in un gruppo di isole spruzzate nell’Oceano più lontano. Come l’arcipelago delle Cook, mondo onirico che si scioglie nell’Oceano più grande. Il Pacifico, evoca lo spaesamento che prelude una rigenerazione. Le isole sono punti sul globo dove scoprire emozioni diverse, dove provare le percezioni dei sogni. Sulle tele di Maurizia Bonvini il colore a olio si spande e si perde, fino a far emergere punti di luce. Forse una nuova definizione.
Avatar può riflettersi nei mille volti che popolano per un attimo le nostre vite.
Come i passeggeri dei treni negli acquerelli di Maurizia Bonvini.
I carnet de voyage sono racconti per immagini dei suoi viaggi quotidiani, ritmati dall’andamento del treno, tanto costante da risultare lento rispetto a un’umanità che evolve veloce. Le pagine dei carnet sono quasi una wunderkammer che mette a fuoco i personaggi in momenti dell’esistenza, descrivono una nuova umanità, mondi e amori più larghi, in un luogo dove le esistenze si mescolano e si scambiano costantemente, proponendo lo spaccato di una realtà che è già quella di domani.
Avatar sono anche le città, frammenti dipinti su carnet ad accordéon, che, come una città, si dispiegano poco a poco per farsi scoprire.
Bilbao è il cuore basco, un’enclave autonoma, con una lingua sua, che vive di storia e di futuro indipendenti. Se la storia è stata dura e dolorosa, la rinascita economica cominciata con il Guggenheim Bilbao -la sfida di un connubio tra economia e cultura – ha permesso la riqualificazione ambientale della città, ripulito un fiume e fatto degli ex cantieri navali aree verdi, e nuove abitazioni. La riconversione del territorio ha proiettato la città tra le mete più frequentate della costa basca e attirato nuovi investimenti. Senza snaturare storia e tradizioni.
Langeais, è la storia della famiglia Bonvini. È la città dove è nato il loro padre, figlio di immigrati arrivati nella cittadina sulle rive della Loire in cerca di fortuna.
Langeais – nel dipartimento dell’Indre-et-Loire – è un piccolo borgo incantato dal cielo incredibile, azzurro trasparente quando è terso. È il luogo in riposa il loro padre, e dalla sommità della sua collina verde si osservano le torri stagliate nel cielo dello Chateau dove il 6 dicembre 1491 la quindicenne Anne, duchessa di Bretagna, andò sposa al re Charles VIII portando in dote il suo ducato e divenendo regina di Francia.