BRIGITTA ROSSETTI
| NATURAL SEEING

A cura di Chiara Gatti

  • Sala Biffi

    16 Settembre 2021 – 31 Ottobre 2021

Brigitta Rossetti, classe 1974, torna negli spazi della Galleria Biffi Arte di Piacenza con un ciclo di opere recenti. Reduce dalla rosa finale del prestigioso Arte Laguna Prize 2020 e selezionata fra i finalisti anche all’Art Rights Prize di quest’anno, presenta un percorso segnato dal grande ritorno alla pittura, con tele di ampie dimensioni frutto di un lungo processo di ricerca sul genere classico del paesaggio piegato ai modi di un linguaggio contemporaneo. Interpretando gli umori della sua terra, i sentimenti di un giardino sigillato nel silenzio del tragico periodo pandemico, Rossetti ha rievocato la tradizione impressionista, il gesto istintivo e fresco dei maestri francesi di fine secolo, mescolandolo a un’idea di luogo, come spazio mentale, come riflesso di moti intimi, recinto e insieme orizzonte.

«Una lunga letteratura del limite – scrive Chiara Gatti nel testo a catalogo – nutre questo spaccato. Dall’hortus conclusus del Beato Angelico all’Infinito di Leopardi, dalle finestre di Caspar David Friedrich aperte sui canali del nord fino ai “tagli” di Lucio Fontana, l’idea, il motivo battente, resta quella della soglia, dell’argine che separa visibile e invisibile. La porta socchiusa sull’ignoto. La ferita che rivela nuovi orizzonti. Si comprende allora come il giardino dietro i cancelli, il panorama al di la dei cespugli, il vuoto oltre lo squarcio, siano tutti elementi semantici di un desiderio, dell’aspettativa, della necessita di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Anche la notte e un limite e, insieme, un affaccio. Guardare la notte presuppone di acuire la vista. Spingere gli occhi nel profondo di una pittura che si rivela poco per volta. Come una paesaggio che, in una oscurità senza stelle, emerge gradualmente. Il Rifugio V e una visione. Un’epifania».

Una selezione di quindici opere ad acrilico su tela affondano nel verde umido di giardini punteggiati di erbe e fiori, stagni e canneti. I toni costruiscono forme impalpabili, la pittura gioca per evocazioni. Lo spazio è definito dall’incedere dello sguardo dentro una prospettiva che si solleva, si inerpica in una visione verticale. Un bosco che sale. Il risultato è silvestre e, allo stesso tempo, astratto nel ritmo delle masse, nel calcolo equilibrato dei vuoti e dei pieni, nelle geometrie immateriali che sottendono alla realtà.

Chiude il percorso una scultura in linea con la riflessione condotta negli anni passati da Brigitta Rossetti sulle installazioni fatte di materiali a contrasto e narrazioni dipanate nel tempo. Cono luminoso regge il sasso, in ferro e pietra vulcanica, ha l’energia totemica di un feticcio e la soluzione plastica di un segno nel vuoto, passato dai taccuini leggeri dell’artista alla sintesi dei volumi.

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