A cura di Susanna Gualazzini

Quello di Daniele Ravizza è, a tutti gli effetti, il mondo visto da sotto in su, in un certo qual modo figlio del mundus inversus, un topos letterario e figurativo frequente nell’antichità come metafora di trasgressione e di sovvertimento dei valori morali e dell’ordine sociale.

Ravizza aggiunge al qualcosa di più: il suo “gurardare da sotto” gli regala una posizione speciale e appartata, lo rende un outsider privilegiato in grado di cogliere ciò che sta sotto all’apparenza delle cose.

Divertissement e gioco di prospettive sghembe? Forse, ma la forza di questi lavori è indubbia e sorridente.