PEPPA VEY
| DISOBBEDIENZA
A cura di Susanna Gualazzini
Antico Nevaio
26 Maggio – 19 Giugno 2022
In mostra negli spazi dell’Antico Nevaio, dal 26 Maggio al 19 Giugno, un corpus di istallazioni che esprime le più recenti ricerche artistiche di Peppa Vey.
Raccogliendo solo in apparenza il racconto della Genesi, l’artista costruisce una toccante apologia della nostra umanissima e irriducibile imperfezione Perché nella disobbedienza, e anche e soprattutto in quella fatale delle origini, Vey vede un formidabile motore di conoscenza, nonché la sede di un seme poetico che l’artista raccoglie e trasforma in una epifania di bellezza.
Il suo Eden, che sottende al percorso di questa mostra, si fa più che mai luogo per l’uomo e la donna, o meglio territorio in cui si mette in scena “una certa idea dell’uomo”, come scrive il filosofo Silvano Petrosino. E non è, o non è più, il luogo del divino, ma è a tutti gli effetti territorio per l’uomo, che lo coltiverà, lo custodirà, e lo porterà a compimento, per mandato del Creatore. Peppa Vey raccoglie questa delicata incompiutezza e vi scava l’impronta di una toccante riflessione sulla disobbedienza intesa come volontaria e consapevole deviazione dai percorsi predefiniti dell’esistenza.
Ed è una disobbedienza fertile, quella di Eva, che scegliendo rompe il legame fra conoscenza, disobbedienza e potere, quel legame fatale che ne sostanzia da sempre la rappresentazione misogina, rendendo la prima donna un essere deviante. E da “prima peccatrice”, Eva si trasforma in una donna che abita l’impermanenza. Genitrice di una umanità pronta per le infinite pellegrinazioni e per i prossimi inevitabili inciampi, Eva esprime una disobbedienza che porta alla conoscenza di sé e del mondo, viatico per quella ricerca di verità che è il vero fondamento della libertà.
Creta refrattaria, fuoco, acqua, smalti, cristalline e ossidi: questi sono i materiali con cui Peppa Vey da concretezza alla propria ricerca. La mostra si apre con una serie di lastre di creta che, dopo essere state dipinte con cristalline, smalti e ossidi, vengono di nuovo cotte utilizzando l’antica tecnica Raku. Al centro di questa procedura l’artista pone quello che lei stessa definisce “fattore disobbedienza”: è infatti difficile controllare il risultato finale, proprio per la complessità e mutevolezza delle reazioni chimiche dei materiali: ed è proprio questa “disobbedienza” che innerva l’unicità di questo lavoro.
Proseguendo, in un profumato giardino immaginifico, adagiati su sfere di diverse dimensioni che rappresentano il mondo della natura, si aprono i “Fiori estinti”, morbide forme vegetali forse esistenti in passato e ora non più a causa di una disobbedienza evolutiva.
Nel “Giardino dell’Eden”, ultima tappa del lavoro, temi e tecniche si fondono e le disobbedienze tendono alla conoscenza. Attorno a grandi alberi di creta bianca, serpentelli tentatori, mele colorate, foglie, prati fioriti, accolgono tra le altre, simboliche figure, quelle dei disobbedienti più famosi. “Adamo ed Eva”, i cui corpi sintetici, incisi quasi a ricordare tronchi e cortecce, sono immersi tranquilli in una matura sospesa e silenziosa.
Catalogo in mostra con testi di Susanna Gualazzini e Roberto Tagliaferri
Allestimento in collaborazione con Laurus, Piacenza
Fotografie di Mauro Del Papa




